
"Basta guardare alle diatribe del passato, andiamo avanti, ce lo chiedono i cittadini". A pochi giorni dal prossimo Consiglio comunale, che come unico punto all'ordine del giorno avrà l’adozione del Piano regolatore, abbiamo raggiunto l’attuale assessore all’Urbanistica Gianni Totaro, per fare chiarezza su quello che sarà lo strumento urbanistico di Ortona. Totaro risponde anche alla Schiazza, che giorni fa ha battezzato il Prg che verrà come "riscatto" dell'amministrazione d'Ottavio
Assessore, il Consiglio si appresta ad adottare il nuovo Prg. Come si è arrivati fino a questo momento dal 1994? Di quale piano si tratta?
La base di lavoro del Prg è sempre quella del piano adottato dal Consiglio comunale durante l’amministrazione Fratino, nel 2007. Sappiamo bene cos’è accaduto dopo, con due sentenze del Tar che di fatto hanno bloccato l’iter di quel piano. Il 28 gennaio 2013, la scorsa amministrazione d’Ottavio ha indicato le linee guida per la revisione dello strumento urbanistico, non definendo di fatto l’intenzione di un nuovo Piano regolatore. Da tecnico, prima che da assessore, noto come ci sia una convergenza tra la base di lavoro fatta dall’amministrazione Fratino e il lavoro tecnico di adeguamento fatto dalla giunta di d’Ottavio.
A chi dovremmo attribuire quindi la paternità di questo piano?
La paternità del piano che andrà in adozione deve considerarsi, tecnicamente, condivisa fra il lavoro delle amministrazioni Fratino, che ha fornito una nuova base di lavoro rispetto al piano del 1994 (quello vigente, ndr), e d’Ottavio, che ha lavorato con i suoi tecnici all’adeguamento necessario. A quel punto doveva esserci l’adozione in Consiglio, cosa non avvenuta per questioni politiche legate ormai al passato. Alla fase dell’adozione, che è soltanto l’inizio verso l’approvazione del Prg, ci penseremo noi. Ma sarà solo l’inizio della nostra parte di lavoro.
Vuole rispondere a Simonetta Schiazza, ex esponente della giunta d’Ottavio, che qualche giorno fa ha rivendicato il Prg a nome della precedente amministrazione?
Le carte parlano da sole. Loro stessi, nel titolo della delibera portata in Consiglio a inizio 2017 dalla giunta d’Ottavio, poi ritirata, parlavano di “revisione, integrazione ed aggiornamento dello strumento urbanistico adottato nel 2007”. E comunque, riuscire ad adottare un piano, dando quindi concretezza a seguito dell’investimento fatto in progettazione, non è sicuramente una cosa da poco. L'adozione rientra nei campi di competenza di un politico e se politicamente ci si vuole assumere la paternità di un Prg, quantomeno bisognerebbe procedere alla sua adozione. Perciò anche noi, come amministrazione che lo sta portando in adozione, riteniamo di essere tra coloro che si assumono la responsabilità di questo Piano, condividendone la paternità con le amministrazioni Fratino e d’Ottavio.
Come intende lasciare il segno la vostra amministrazione sul Prg?
Subito dopo l’adozione del piano andremo incontro alle istanze dei cittadini nei 45 giorni previsti per le osservazioni, mettendoli nella reale possibilità di vedere concretizzate eventuali istanze sia per la retrocessione di un terreno che per nuove richieste di edificazione. Non solo, noi come amministrazione faremo un’osservazione "d’ufficio" dove andremo a calare nel Piano le nostre scelte amministrative-strategiche.
Può anticiparci cosa riguarderà questa osservazione “d’ufficio”?
Sviluppo turistico; coordinamento del Prg con la Zes; rivalutazione dei servizi di zona. Su quest'ultimo aspetto abbiamo infatti individuato un percorso “ad anello” che interessa le Ville più importanti e tutta la filiera di produzione del vino.
Perché non avete fatto un piano da capo?
Dal 2013 al 2017 il Prg è costato alle casse comunali ben 170 mila euro tra nuovi contratti e compensi a professionisti. Un nostro lavoro di riadeguamento avrebbe portato agli stessi risultati con spreco di tempo e denaro. Ci è sembrato più opportuno individuare la fase delle osservazioni, che partirà dopo l’adozione di sabato prossimo, come quella più opportuna per aggiornare il Prg, per avere così il polso della situazione attraverso le istanze pervenute dai cittadini.
È fiducioso sull’approvazione definitiva del Prg entro il mandato?
Chiamo tutti ad un’assunzione di responsabilità, anche ai consiglieri d'opposizione, per dotare la Città, finalmente, di uno strumento urbanistico adeguato. Il lavoro ovviamente non finirà neppure al momento dell'approvazione e ci sarà necessità di fare ulteriori approfondimenti. In ogni caso, se tutto questo lavoro, dopo tutto questo tempo, e con tutte queste spese, non si concretizzasse sabato prossimo in un’adozione, sarebbe un vero e proprio disastro.
Quanto tempo occorrerà per approvare il piano?
Non possiamo sapere quante osservazioni ci saranno. Pensate che dal 2007 al 2012 ci sono state quasi 800 osservazioni, che hanno impegnato l’amministrazione per 5 anni! Le ragioni di questi tempi ovviamente possono essere sia di carattere politico che tecnico, dato che le osservazioni vanno valutate singolarmente dal Consiglio comunale ma anche gli uffici debbono fare le proprie valutazioni. Ovviamente vogliamo evitare forzature e puntiamo ad approvare un piano che sia tecnicamente inattaccabile, anche per evitare di dare il fianco a possibili ricorsi.
Come deve muoversi il cittadino per fare osservazioni?
L’ufficio tecnico metterà a disposizione un modello che servirà per la compilazione e l’invio dell’osservazione all’amministrazione.
Il Prg attuale ha il problema dei terreni a metà, tassati come edificabili pur essendo agricoli. Che risposta darete ai cittadini come amministrazione?
L’aspetto fiscale esorbita dalle mie competenze tant'è che non verrà citato nemmeno nella delibera di adozione che porteremo sabato in Consiglio. La situazione, comunque, sarà esaminata caso per caso e da subito le rendite verranno aggiornate in base alle nuove potenzialità edificatorie. Questo è un problema che il cittadino potrà verificare presso gli uffici tecnici.
Come si inserisce la pista ciclabile nel nuovo Prg?
La pista ciclabile continuerà il suo sviluppo in due modi. Primo: collegamento delle aree interne verso la pista grazie a degli assi di penetrazione; secondo: lo sviluppo di aree di fianco alla pista stessa, in modo tale da incrementare le possibilità di fruizione turistica. La via verde è un’occasione enorme a cui però bisogna dare opportunità di crescita. Ci sarà sicuramente un’indicazione da parte nostra nel Prg inerente questo aspetto e tutto quello che faremo per lo sviluppo turistico sarà a basso impatto per l’ambiente.
Quale idea di sviluppo turistico emergerà nelle vostre osservazioni?
Per noi lo sviluppo turistico non è far costruire il villino sul mare ma significa dare l’opportunità di nascita a nuove attività. Stiamo lavorando per mettere in atto il Piano demaniale marittimo, già completato, che andrà a sviluppare la fascia costiera con nuovi trabocchi e nuovi stabilimenti balneari. Inoltre, dovremo anche adottare il Pan (Piano di Assetto Naturalistico, ndr), strumento che sarà fondamentale per valorizzare le riserve naturali Acquabella e Ripari di Giobbe.
Prevede uno sviluppo per la zona di Caldari? Molti cittadini in passato si sono lamentati in quanto le aree edificabili sarebbero state ridotte al minimo.
Prima di sbilanciarmi vorrei aspettare le osservazioni dei cittadini perché la reale vocazione edificatoria di alcune aree sarà un’occasione importante per la Città. Aspettiamo di capire se realmente sono più i cittadini che vogliono costruire oppure i costruttori. Come tecnico sono in contatto con molti costruttori e posso garantirvi che in pochissime frazioni c’è la volontà di costruire ancora. Ci sono tantissimi terreni edificabili disponibili lasciati a loro stessi. Quella tendenza ad uno sviluppo edilizio “ovunque” mi sembra appartenere ad un’epoca passata, e lo dico da tecnico. Ormai si va verso il recupero degli abitati esistenti, verso la riqualificazione urbanistica, cioè verso il consumo-zero del suolo. Ci sono moltissimi Prg in Italia che mettono in campo questa politica e lo stesso Istituto Nazionale di Urbanistica ha fissato l’obiettivo entro il 2050 per il consumo zero del suolo.
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