Si è svolto nel pomeriggio di giovedì 15 novembre il quattordicesimo Consiglio comunale dell'amministrazione Castiglione ad Ortona, in un clima a tratti "rovente". Ecco il nostro report della seduta.
1) Riconoscimento legittimità debito fuori bilancio in favore della Societa’ Ortona Ambiente Srl;
2) Riconoscimento legittimità debito fuori bilancio in favore di Società Cooperativa Ortonese Srl derivante da atti e provvedimenti giudiziari;
3) Mozione ad oggetto “Conservazione della denominazione Piazza Plebiscito” presentata dal consigliere Angelo Di Nardo;
4) Ordine del giorno inerente la modifica della denominazione di Piazza Plebiscito presentato dal consigliere Nadia Di Sipio;
5) Ordine del giorno inerente la modifica della denominazione di Piazza Plebiscito presentato dal consigliere Simonetta Schiazza;
6) Ordine del giorno ad oggetto” Istituzione schedario della popolazione temporanea” presentato dal consigliere Schiazza Simonetta.
All'appello del Segretario comunale Evelina Di Fabio sono seguite le comunicazioni del Sindaco, che abbiamo sintetizzato nelle infografiche che seguono.




Solidarietà alla donna ortonese vittima di violenza sessuale. La fase dedicata ad interventi liberi e interrogazioni è inziata con le parole del consigliere del Pd Nadia Di Sipio che ha invitato tutti i membri del Consiglio ad indossare un fiocco rosso, come simbolo di solidarietà nei confronti della donna ortonese vittima di violenza sessuale proprio il giorno precedente ad Ortona. “Oggi ho preparato delle coccarde rosse per dimostrare che tutti noi siamo uniti contro la violenza, al di là degli schieramenti politici”, ha dichiarato in apertura di seduta la Di Sipio.
L’intervento del Consigliere del Pd è proseguito poi con la richiesta di chiarimenti sullo stato del protocollo di rete avviato l’anno scorso tra i centri antiviolenza, l’Usl, la prefettura e le forze dell’ordine. In risposta alle perplessità della Di Sipio è intervenuta l’assessore Roberta Daloiso assicurando che il progetto di rete è “in fase di elaborazione”, annunciando poi che il prossimo 25 novembre (giornata dedicata alla lotta alla violenza sulle donne) si terrà “una marcia dalle ore 11:30 con partenza dalla panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza, fino a Piazza della Repubblica”.
Nadia Di Sipio ha inoltre rimesso in campo il tema dell’installazione del servizio di videosorveglianza, al fine di rendere più sicura la Città; tema che il Consigliere aveva portato in Consiglio già lo scorso anno con un ordine del giorno, approvato all’unanimità (vedi punto n. 11 del Consiglio del 27 novembre 2017). In basso un tweet preso dal nostro liveblog, relativo proprio alla votazione del 27 novembre 2017.
Il consigliere Di Nardo ha portato all’attenzione dell’Assise il problema delle strade provinciali sul territorio comunale “che versano in uno stato di abbandono e di pericolosità”. Il consigliere di maggioranza Antonello Di Deo ha replicato affermando di essere già impegnato in prima persona nel monitoraggio di quelle strade, asserendo che i finanziamenti ci sono e che a breve verrà firmata la convenzione fra Ministero e Regione.
Peppino Polidori ha fatto mettere ai voti l'illegittimità della convocazione del consiglio – che aveva già sostenuto in conferenza stampa – sollevando quella che nel linguaggio giuridico è definita "questione pregiudiziale". Pregiudiziale che è stata rigettata però dal Consiglio comunale, con i voti della maggioranza. Per Polidori, la convocazione del Consiglio in seduta di sessione straordinaria e d'urgenza non è stata motivata come prevede la norma in questi casi.

Concluso il momento degli interventi, e rigettata la pregiudiziale sollevata da Polidori, si è passati alla discussione degli ordini del giorno.
1) Riconoscimento legittimità debito fuori bilancio in favore della Società Ortona Ambiente Srl
Ha relazionato sul tema l’assessore con delega al bilancio Francesco Falcone, illustrando come il debito fuori bilancio riguardi una società partecipata del Comune, che fino al 30 settembre 2016 ha svolto il servizio di gestione dei rifiuti urbani, ovvero Ortona Ambiente. Nel tempo, “in particolare nel periodo 2006-2011 – ha affermato l’Assessore – la società ha emesso una serie di fatture che hanno dato il via a un periodo di discussione con il Comune, che inizialmente le ha contestate. In sede di analisi delle società partecipate – ha proseguito Falcone – Ortona Ambiente rientrava tra le società obbligatoriamente da dismettere. Nell’ottica della dismissione – ha concluso il responsabile del bilancio comunale – questa amministrazione si sta impegnando nel chiudere tutte le pendenze da sempre esistenti tra la società e il Comune”.
L’importo complessivo del debito ammonta a 397.453,48 euro.
Non si è fatto attendere l’intervento del consigliere di minoranza Peppino Polidori, il quale ha sostenuto la sua tesi sulla violazione dell’art. 194 comma 1 lett. e. Tuel (Testo unico degli enti locali). Tesi ribadita post-consiglio dallo stesso Polidori in un post su Facebook che riportiamo qui sotto.
Secondo Peppino Polidori, il fatto che la società Ortona Ambiente abbia preteso inizialmente 700mila euro, mentre adesso ne chiede 397mila, non è attinente allo spirito della legge, che sul punto parla di utilità e arricchimento come giustificazione all’indebitamento. “L’arricchimento deve consistere – ha precisato Polidori – in servizi prestati all’Ente e nell’utilità che l’Ente ha ricavato dai servizi, altrimenti il riconoscimento del debito non può essere effettuato. Non vedo – ha proseguito l’ex candidato sindaco – un elenco delle fatture dei servizi ricevuti che, tra l’altro, quando vennero a suo tempo indicate al Comune, furono tutte contestate dal dirigente, quindi non riconosciute”. Concludendo l’intervento, il Consigliere ha poi protestato contro l’amministrazione Castiglione, riprendendo alcune delle argomentazioni già espressi nella conferenza stampa della minoranza dello scorso 12 novembre. “Non mi sono stati forniti i documenti – ha ribadito Polidori –. A tutta la minoranza viene negato il diritto di conoscere le carte per potersi studiare i documenti e dare consigli. Questo provvedimento non può essere votato”.
In difesa dell’amministrazione è intervenuto il consigliere di maggioranza Saul Montebruno, che ha specificato come la questione Ortona Ambiente sia stata discussa anche dalla precedente Giunta d’Ottavio, senza risultati. “L’amministrazione Castiglione, invece – ha affermato Montebruno –, già nel 2017 ha appurato la situazione prevedendo che il problema sarebbe tornato in aula”. Per questo motivo, secondo il parere di Montebruno, l’assessore Falcone ha previsto in bilancio somme adeguate a far fronte al debito dell’ex società di nettezza urbana. “La partita di Ortona Ambiente – ha chiosato il Consigliere – dovrebbe essere chiusa da almeno due anni, invece siamo costretti a farlo noi”.
Dai banchi dell’opposizione ha preso immediatamente la parola Simonetta Schiazza, membro della passata amministrazione appena tirata in ballo da Saul Montebruno: «All’indomani dell’insediamento, nel 2012, ci ritrovammo un credito vantato da Ortona Ambiente di circa un milione di euro – ha affermato con decisione la Schiazza –. Queste somme ci sono sembrate subito esagerate e l’ex assessore Coletti, insieme all’ex dirigente Pasquini, poi Colaiezzi, hanno impiegato anni di lavoro per ricostruire la vicenda. Ci è voluto quasi un mandato per poter arrivare ad una conclusione ratificata. Il lavoro che facemmo – ha concluso l’ex esponente dell’amministrazione d’Ottavio – ci indusse a tanti momenti di riflessione; e i rinvii di cui Montebruno parla furono legati al fatto che, nonostante il lavoro del dirigente, avevamo paura ci fosse dell’altro”.

2) Riconoscimento legittimità debito fuori bilancio in favore di Società Cooperativa Ortonese Srl, derivante da atti e provvedimenti giudiziari
Nel secondo punto all’ordine del giorno si è discusso ancora del riconoscimento di un debito fuori bilancio, questo però derivante da una sentenza. Ha relazionato nuovamente l’assessore Francesco Falcone, spiegando che il debito afferisce a delle attività svolte nel 2013 dalla Società Cooperativa Ortonese Srl in favore del Comune, fatturate solo nel 2015.
Il consigliere d’opposizione Polidori è subito intervenuto ritenendo che l’ammontare del debito (di oltre 3 mila euro) sia maggiorato di 400 euro, in quanto non sarebbe stata fatta opposizione al decreto ingiuntivo.
Falcone ha risposto con decisione che le probabilità di vincita erano pari a zero e che, dato il probabile esito negativo, ci sarebbero stati addirittura costi ulteriori qualora l’Ente avesse deciso per il ricorso.

3, 5, 6: PUNTI RINVIATI
Come anticipato già in conferenza stampa, i consiglieri Di Nardo e Schiazza hanno ritirato le loro mozioni su Piazza Canada per protesta alla delibera di Giunta con la quale l’amministrazione ha deciso di cambiare nome a piazza Plebiscito, inviando la proposta al Prefetto. A queste due mozioni si è aggiunto incidentalmente anche il ritiro dell’altra mozione di Simonetta Schiazza (punto 6), relativa a l'istituzione di uno schedario per la popolazione temporanea, che a questo punto verrà ripresentata dal Consigliere e discussa nel prossimo Consiglio comunale.
4) Ordine del giorno inerente la modifica della denominazione di Piazza Plebiscito presentato dal consigliere Nadia Di Sipio
Nadia Di Sipio non ha ritirato il suo ordine del giorno su piazza Canada, com’era già noto per la sua mancata partecipazione alla conferenza stampa del resto della minoranza; assenza che il Consigliere ha tenuto a spiegare in apertura d’intervento. “Non ero presente alla conferenza stampa perché con il partito (Pd, ndr) si è deciso di discutere della vicenda nella sede opportuna, ossia il Consiglio comunale» ha chiarito lapidaria la Di Sipio.
Nella discussione di questo punto gli animi si sono particolarmente surriscaldati, in una discussione a tratti censurabile a livello di galateo istituzionale.
La firmataria dell’ordine del giorno, Nadia Di Sipio, ha dapprima spiegato le ragioni della sua contrarietà al cambio del nome di piazza Plebiscito, contestando le motivazioni storiche addotte dall’amministrazione ed allegate alla delibera di giunta con cui si è deciso questo cambio di nome. “Tra i banchi della maggioranza si sta cambiando il senso della storia – ha tuonato l’eletta del Pd –. I combattimenti sono avvenuti a piazza porta Caldari, la piazza del cavallo morto (piazza San Francesco), in cui ci fu uno scontro molto cruento, e piazza San Tommaso, che fu l’ultimo punto dei combattimenti ad arma bianca. Piazza Plebiscito non è tra queste”. Il Consigliere ha voluto specificare che in realtà all’epoca ci si sarebbe accorti del ritiro dei tedeschi soltanto davanti all’attuale ristorante “Trattoria San Domenico” – al contrario di quanto invece sostiene la relazione storica della Giunta – e che il luogo di riferimento e di culto per i canadesi è il Cimitero Canadese, che ospita non solo i militari caduti ad Ortona, ma anche nelle zone del Sangro e di Campobasso. “Per loro il cimitero è il vero luogo della memoria. Piazza Plebiscito è il cuore della nostra Città” ha concluso Nadia Di Sipio.
A sostegno delle decisioni dell’amministrazione sono intervenuti prima il Sindaco, che ha ribadito come per il cambio denominazione si sia seguito un iter democratico, leggendo la relazione storica allegata alla delibera di giunta e firmata dal presidente della commissione toponomastica Fabrizio Leonzio, poi lo stesso consigliere Fabrizio Leonzio che, per rispondere ai consiglieri d’opposizione, racconta: "sono passato negozio per negozio, persona per persona, nessuno si è scandalizzato. Non mi risulta ci sia il malcontento tra i 24 residenti nella piazza".
Negli interventi successivi, i consiglieri di minoranza Peppino Polidori e Giorgio Marchegiano hanno confermato quanto detto nella conferenza stampa congiunta. “In maniera inequivocabile è emersa di nuovo l’incapacità della maggioranza di aprirsi al confronto con la minoranza e con la Città di Ortona” tuona Marchegiano.
Peppino Polidori ha definito la situazione “orwelliana”, per cui “si parla per saturare il dibattito con argomenti secondari per nascondere argomenti primari”. E sul punto ha affermato che “ci sono molte altre zone ad Ortona che hanno bisogno di denominazione e numeri civici, come ad esempio la zona artigianale”.
È intervenuto poi l'autore della proposta del cambio nome di piazza Plebiscito, il consigliere di maggioranza Luigi Polidoro, il quale con fermezza ha dichiarato: "Questa amministrazione, scelta dai cittadini, ha tutto il diritto di prendere decisioni e non si tratta di una prova di forza come qualcuno vuole insinuare. Non abbiamo bisogno di dimostrare coesione e volontà di agire. I nostri atti non dipendono dai sondaggi web. Qualche decina di persone non ci portano ad un cambio di rotta".
Nervi tesi sul finire di discussione fra il consigliere di minoranza Angelo Di Nardo e Saul Montebruno, infaticabile difensore dell’amministrazione Castiglione. Di Nardo ha deciso di abbandonare l’aula per protesta durante un intervento di Montebruno. Montebruno se la stava prendendo con alcuni commenti apparsi sui social network da parte di utenti contrari al cambio di nome a piazza Plebiscito. Commenti che il Consigliere di maggioranza definiva “di una violenza verbale inaudita e contenenti un mare di falsità, in cui qualcuno ci ha bollato come fascisti”.
L'intervento del consigliere di maggioranza Saul Montebruno
Ma non finisce qui. Montebruno si riferiva a commenti postati da sostenitori dell’ex candidato sindaco Angelo Di Nardo, “un candidato dichiaratamente fascista, che allora hanno sostenuto, mentre oggi danno dei fascisti a noi”, ha dichiarato Montebruno provocando la reazione infastidita del consigliere Di Nardo che dopo aver chiesto alla Presidente del Consiglio di richiamare all’ordine Montebruno, visibilmente infastidito ha abbandonato definitivamente l’aula. Cinque minuti di Consiglio comunale a dir poco concitati, come si può vedere nel video della seduta. Cinque minuti che non possono non essere presi come riferimento per descrivere il particolare attrito esistente fra maggioranza e opposizione in questa fase di consiliatura.
Il consigliere di opposizione Angelo Di Nardo si alza per protestare prima di abbandonare l'aula
Terminato l’intervento del consigliere Montebruno, sempre su piazza Canada sono intervenuti i consiglieri di minoranza Giorgio Marchegiano e Nadia Di Sipio, ognuno ribadendo le proprie posizioni. Si è poi passati a votazione.

L’elemento politico che emerge da questa, scontata, votazione è l’astensione di Marchegiano, Cauti, Polidori e Schiazza. Astensione che sta certamente a significare la non condivisione della strategia d’opposizione della Di Sipio, la quale avrebbe dovuto, secondo loro, ritirare l’ordine del giorno, concentrandosi soltanto sulla mozione unica che porta la firma di tutta l’opposizione e che dovrebbe essere discussa nel prossimo Consiglio comunale. Ad ogni modo, il fatto che Nadia Di Sipio non abbia ritirato il suo ordine del giorno poteva fare gioco alla minoranza, dal momento che è stata comunque un’occasione per parlare di piazza Canada, mantenendo ancora di più i riflettori puntati sull’argomento. Ma forse proprio per questo, la maggioranza sul finire di seduta ha provato a smorzare questa ipotesi, firmando la mozione che l’opposizione, unita, aveva portato in sede di Consiglio nella prospettiva che venisse calendarizzata d’ufficio nella prossima convocazione, prevedendo la mancanza delle firme necessarie della maggioranza, come di solito accade. Mozione che però, a sorpresa, con le firme della maggioranza avrebbe avuto i numeri per essere discussa seduta stante se non fosse stata immediatamente ritirata dalla stessa opposizione, dando come motivazione l’assenza del consigliere Di Nardo. Il ritiro è stato accolto dalla Presidenza fra le polemiche della maggioranza.
IL BRACCIO DI FERRO SU PIAZZA PLEBISCITO/CANADA CONTINUA. Il dibattito sul cambio denominazione di Piazza Plebiscito vede dunque due opposti schieramenti: la maggioranza, unita e compatta a sostegno di Piazza Canada e la minoranza, che sostiene soluzioni differenti, ma che cercherà in tutti i modi di non far cambiare nome a piazza Plebiscito, portando le proprie istanze direttamente al Prefetto, piuttosto che all'interno del Consiglio, dove è in atto una battaglia politica quasi "simbolica". I toni utilizzati nei vari momenti di confronto non sono sempre stati bassi, testimonianza ne è proprio l’episodio che ha visto protagonisti Montebruno e Di Nardo, con quest’ultimo che per protesta ha abbandonato l’aula, parlando di “spettacolo indegno” in un post su Facebook.
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