Proseguiamo il nostro ciclo di interviste agli attuali protagonisti della politica ortonese con i due consiglieri di opposizione Giorgio Marchegiano ed Emore Cauti. Abbiamo discusso con loro, durante una videoconferenza, di come è stata gestita la difficile questione legata al Covid-19 e delle loro proposte per la ripartenza; di Piano Regolatore, di pista ciclopedonale, di marketing turistico e delle altre opere pubbliche ad Ortona. Riguardo alle prossime elezioni comunali il loro gruppo sembra essere ancora compatto, tanto che l'ex candidato sindaco Marchegiano ha dichiarato: "Non è poi scontato che il candidato sindaco possa essere di nuovo io. Per come la pensiamo noi il candidato sindaco è lo strumento di un’idea, non un elemento che può vivere a prescindere da un gruppo".

Cosa è accaduto in questi ultimi mesi nella politica ortonese?
Giorgio Marchegiano: È chiaro che la pandemia ha sconvolto qualsiasi tipo di consueta valutazione dell’azione di un’amministrazione comunale. Quello che però continua ad emergere, parlando anche di tutto il triennio e non solo degli ultimi mesi, è il fatto che non ci sia alcun passo in avanti per la nostra Città: tutti i settori cruciali che sono al centro della valutazione di un’amministrazione comunale identificano la nostra Città in maniera molto deludente. Le opere che si stanno iniziando a realizzare sono state il risultato di finanziamenti ottenuti dalla passata amministrazione, mentre di opere per le quali l’amministrazione abbia ottenuto il finanziamento, progettato e realizzato non c'è traccia. Basta guardare alla pista ciclopedonale: in 3 anni non è stato realizzato un metro in più.
Perché secondo voi succede questo?
Emore Cauti: L’amministrazione Castiglione molto probabilmente non ha mai avuto grandi idee di sviluppo e lo sta purtroppo dimostrando. I programmi elettorali molto spesso sono fatti di copia e incolla o di suggerimenti sparsi, e quando non si ha idea di una progettazione e si cerca di gestire il corrente nel miglior modo possibile, non può che essere questo il risultato.
GM: L’emblema è la vicenda del PRG in cui è emerso come l’assenza di idee chiare da parte dell’amministrazione abbia generato enormi ritardi. Stiamo discutendo in Consiglio comunale di un piano che è stato redatto e progettato intorno al 2013-14. L’amministrazione attuale dal suo insediamento ha fatto trascorrere un anno e mezzo per decidere di adottare quel piano, cosa che poteva benissimo essere fatta il giorno dopo le elezioni. Questo dovrebbe far pensare a come ci sia molta confusione e come si viva alla giornata.
Secondo voi alla fine della fase acuta dell’emergenza Covid, facendo un bilancio, il rapporto tra i cittadini e le istituzioni risulta rafforzato o indebolito?
EC: Dare un giudizio su un’amministrazione in questi momenti così particolari non è mai facile né serio. Da questa considerazione nasce il nostro atteggiamento durante quella fase, cioè un atteggiamento propositivo per il rilancio della nostra Città. Non posso però negare che guardando come'è stato gestito il rapporto con i cittadini a livello di comunicazione in altre Città vicine, ho notato che anche in questo Ortona si mette sempre in coda.
GM: Abbiamo visto come si sia attivata una significativa macchina del volontariato tra associazioni e cittadini, cercando di aiutare le persone in difficoltà. In questo quadro si è inserita anche l’attività del Comune di Ortona, e non a caso parlo di Comune e non di amministrazione comunale perché ritengo che tutti quanti, anche dalla minoranza, abbiamo cercato di essere a supporto dei cittadini. Alla prima risposta all’emergenza va poi affiancato un discorso di progettualità e di come si dovrà reagire a questa situazione critica: noi avevamo ideato un pacchetto di proposte che abbracciava in modo organico molti settori della nostra Città. Il Consiglio comunale purtroppo si è limitato soltanto a ridurre una parte delle imposte come TARI e TOSAP (Tassa occupazione suolo pubblico, ndr). A fronte di questa risposta immediata all’emergenza, non c’è stato nulla che fosse proiettato al sostegno dell’economia ortonese nei mesi successivi.
Tra tutte le proposte che erano contenute in quel vostro pacchetto di proposte, ce n'è una in particolare che avreste voluto fortemente vedere approvata?
GM: Sicuramente l’attivazione di uno sportello, non per forza fisico, di supporto a tutti i tipi di attività, dai professionisti ai commercianti, passando per agricoltori e artigiani, al dine di facilitare l’accesso alle misure improntate dal Governo, dalla Regione o dalla Camera di Commercio.
EC: Premetto che come amministratori locali abbiamo cercato di trovare in questa crisi un’opportunità di rilancio. Lo abbiamo fatto avanzando delle proposte facilmente approvabili: ad ogni capitolo di spesa era stato intercettato un capitolo di entrata, quindi nel bilancio tutto era possibile da realizzare e la scelta di approvare o meno quel pacchetto è stata meramente politica. Confermo poi che la cosa che più di tutte avrebbe potuto segnare un cambio di passo era sicuramente la creazione di uno sportello di consulenza. Occupandomi per lavoro di finanza agevolata, posso dire con certezza che questa offre delle opportunità pazzesche. Pensiamo a quanto sia importante l’informazione: ognuno di noi, imprenditore, attività commerciale e ogni realtà può avere un’opportunità, ma non lo sa. E se lo scopre, è per puro caso. Questo è un fenomeno nazionale che fa sì che il 67% delle somme stanziate ogni sette anni dall’Europa tornino indietro, perché non utilizzate. Avere quindi all’interno del Comune un professionista che si occupi di questi temi può fare la differenza.
Ma questa non dovrebbe essere la normalità?
EC: La storia ci insegna che, purtroppo o per fortuna, nei momenti di recessione si creano grandi opportunità. Sulla finanza agevolata e sul fondo perduto invece è stata l’ennesima occasione perduta.
Tornando al tema originario, per l’emergenza Covid il Comune di Ortona ha stanziato circa 226mila euro tra riduzioni di tasse ed aiuti. Come valutate queste misure?
EC: Quando c’è una fase di recessione forte, la risposta di rilancio dev’essere altrettanto forte. Ecco perché riteniamo che l’importo stanziato è stato insufficiente, perché la nostra economia già fragile necessitava di una risposta immediata e decisa. Io stesso nel mio lavoro ho notato che laddove si è riuscito a sostenere finanziariamente le aziende ad aprile, oggi si è superata la fase recessiva, mentre dove sfortunatamente si è riusciti ad intervenire solo nell’ultimo periodo, le aziende sono ancora in grossa difficoltà. Il timing di un intervento economico è fondamentale per la buona riuscita dell’obiettivo.
GM: Le misure che sono state prese sono condivisibili ma non sufficienti. Immaginavamo una serie di interventi tempestivi e di tagli alle spese di servizi che non sono stati erogati come trasporto e mense scolastiche. Anzi, più che di tagli sarebbe opportuno parlare di servizi non erogati, verso i quali si sarebbe potuto procedere nei prossimi mesi a una rinegoziazione dei contratti.
Per voi com'è stata gestita invece la questione zona rossa a Caldari?
GM: Per quanto riguarda la zona rossa, secondo noi, si è agito in maniera non tempestiva. Dichiarare la zona rossa settimane dopo che tutti gli abitanti di Caldari, con senso di responsabilità, si erano già messi in auto-quarantena, non è stata sicuramente una mossa di grande efficacia. Una zona rossa è una forma preventiva: dopo il caso della prima vittima, se si fosse istituita subito probabilmente sarebbe durata di meno e avrebbe avuto sicuramente un maggiore effetto. Il desiderio di dare risposte, talvolta emotive, purtroppo ha scavalcato in vari episodi il raziocinio dei pareri sanitari.
EC: Non è sicuramente facile dare dei giudizi che riguardano un pericolo sanitario all’interno di una contrada così importante per il nostro territorio. In ogni caso, quando un’azione politica non va a creare un beneficio o un risultato in termini di efficacia sul territorio diventa purtroppo solo una mossa per giustificare un’azione, una presenza o un’attenzione.
Come giudicate la manifestazione dei commercianti tenutasi il 4 maggio in concomitanza con il lunedì di Perdono?
GM: Il settore del commercio è stato senza dubbio uno di quelli maggiormente colpiti dalla pandemia. È giusto essere dalla parte di questi imprenditori. Quello che ha ci ha lasciato perplessi però è il fatto che si sia corso seriamente il rischio che quel disagio fosse strumentalizzato. La manifestazione si sarebbe potuta organizzare in modo tale che le richieste fossero indirizzate a chi di dovere mandando dal Sindaco, ad esempio, una delegazione, come fatto in tanti altri comuni. Inoltre, il tentativo di alcuni di mettere il cappello su quell’iniziativa è stato profondamente dannoso. Abbiamo vissuto il paradosso di una manifestazione nella quale i destinatari dell’istanza, il Sindaco e l’Assessore al Commercio, di fatto erano coloro che coordinavano lo svolgimento della manifestazione stessa. Basti solo pensare allo staff del Sindaco che gestiva gli interventi e all'utilizzo della filodiffusione.
EC: In quella fase anch’io ricevevo chiamate continue di piccoli, medi e grandi imprenditori che erano spaesati, avevano paura e avvertivano un senso di abbandono. Ovviamente in questi casi si è anche più vulnerabili e purtroppo nella nostra Città c’è stato qualche abile manipolatore che ha voluto trarre beneficio dalla situazione facendosi paladino di questa iniziativa, magari per aumentare o gestire un potenziale consenso.
Può essere una cosa sensata recuperare la festività del Perdono a questo punto?
GM: La Curia ha già comunicato che i riti religiosi verranno recuperati a settembre, vedremo quale sarà l’intento dell’amministrazione comunale per quanto riguarda la festività a livello civile. Personalmente non vedo la necessità di recuperare anche le festività civili, direi che per ora le priorità sono altre.
Passiamo alla questione Ospedale. In un momento di riorganizzazione da parte della ASL, l'Ospedale di Ortona era stato designato come ospedale Covid. Qual è la vostra opinione sulla vicenda?
GM: Su quella questione avevamo anche scritto una nota nella quale invitavamo a riflettere sull’inadeguatezza della situazione del nostro ospedale in merito alla possibilità di fungere da ospedale Covid. In quelle settimane all’interno della struttura di Ortona c’era un’enorme difficoltà perfino a reperire i dispositivi di protezione individuale. Quindi era davvero inimmaginabile che il nostro Ospedale potesse essere adatto a ricevere i pazienti Covid. Per non parlare della preoccupazione riguardo i reparti legati al percorso oncologico.
EC: Anche in questo caso Ortona è ferma a guardare. Paghiamo la mancanza di rappresentatività a livello regionale. Infatti, la ASL aveva individuato Vasto come ospedale Covid e poi, magicamente, su pressioni di consiglieri regionali del territorio vastese e del sindaco Menna, la scelta è ricaduta su Ortona. Non abbiamo nemmeno più la rappresentatività nel Comitato ristretto dei sindaci, di cui ci troviamo ora a subire le decisioni. Ad Agosto 2018 il sindaco Castiglione aveva promesso che da lì a poco, dopo il commissariamento dell'amministrazione d’Ottavio, Ortona sarebbe tornata su quel tavolo ma, ad oggi, questo non è ancora avvenuto. La nostra Città non viene rappresentata né da un lato né dall’altro, e saremo quindi costretti a subire le scelte che anche comuni più piccoli prenderanno al nostro posto.
Che idea avete delle prossime elezioni comunali nel 2022? Saranno simili e paragonabili alle scorse con tante liste civiche, oppure vi aspettate un ritorno dei partiti?
GM: Non si deve commettere l’errore di calare il quadro nazionale nella realtà delle elezioni comunali. È molto difficile comunque fare delle previsioni, ma quello che mi sembra certo è che potrebbe essere penalizzato soprattutto il centro-destra, qualora a livello regionale non vengano date le risposte che la nostra città si aspetta e merita.
Ti aspetti una sorta di rivincita politica su Castiglione? Ti vedi di nuovo al ballottaggio con lui?
GM: Mi auguro soprattutto che ci sia una rivincita di quegli ideali e di quel modo di amministrare che la coalizione che mi sosteneva aveva al proprio interno. Spero ci sia ancora il desiderio di volersi misurare con una competizione elettorale da parte di tanti giovani e di tante persone che per la prima volta si avvicinano alla politica, di tanti che non hanno bisogno della politica per arrivare a fine mese, di persone competenti e affermate nel proprio lavoro.
Ripartite dunque da quel capitale umano che avevate acquisito tre anni fa oppure pensate di riattivare un’operazione di “scouting”? Quel gruppo è ancora così compatto?
GM: L’idea di fondo è che sia assolutamente utile migliorare la proposta politica fatta tre anni fa. Il gruppo che ha sostenuto la mia candidatura è un gruppo di persone libere che non sono incanalate in una filiera politica e credo saranno di nuovo coerenti con l’idea di città che avevamo tre anni fa. Sarà importante poi coinvolgere tutti coloro che, a prescindere dal fatto che abbiano fatto parte o meno della nostra coalizione, non sono soddisfatti di come è stata amministrata la nostra Città negli ultimi 15 anni. Non è poi scontato che il candidato sindaco possa essere di nuovo io perché il candidato sindaco è uno strumento di un’idea, non un elemento che può vivere a prescindere da un gruppo.
Potrebbe essere magari Domenico Di Francescantonio? Presidente della vostra associazione AbruzzoLab?
GM: Le risorse sono tante per fortuna, i papabili sono veramente parecchi.
Quindi ci riproverete in blocco contro qualsiasi avversario, partitico o civico che sia?
EC: Ad oggi, onestamente, nel nostro Comune di politici di professione e partiti strutturati purtroppo non ne vedo. Ci tengo a sottolineare che nonostante la macchina del fango, messa in moto soprattutto nella fase prima del ballottaggio, nonostante tutti i dubbi che i nostri avversari avevano sollevato sulla nostra indipendenza politica - tutte cose che ci hanno penalizzato - abbiamo dimostrato di essere stati corretti, coerenti e capaci. Infatti, da subito abbiamo cercato di dare il nostro contributo anche dai banchi dell’opposizione.
Il sindaco Castiglione ha già cambiato più di una volta qualche assessore. Secondo voi c’è la possibilità che avvenga qualche altra sostituzione nei prossimi 2 anni?
GM: Sinceramente non è questo a preoccuparmi. Da tre anni l’amministrazione, e in particolare il Sindaco, ci stanno abituando a una totale assenza di visione e di progettualità. Quando manca una visione è evidente come sia indifferente chi sia a gestire le deleghe. In un quadro del genere gli assessori sono del tutto ininfluenti, in quanto non è l’assessore di turno che può incarnare la visione di crescita e di sviluppo della Città. I rimpasti che abbiamo visto non sono altro che il sintomo della confusione che regna nella maggioranza e nella situazione attuale ormai è impossibile realizzare alcun tipo di programma elettorale, che di fatto non c’è più. L’assessore Canosa aveva un suo programma elettorale con la sua coalizione, così come l’assessore Di Bartolomeo e anche lo stesso sindaco Castiglione. Coalizione e idee di città molto diverse tra loro.
Come valuti il fatto che la delega all’Urbanistica sia rimasta in capo al Sindaco?
GM: Un disastro annunciato, e lo stiamo vedendo nella discussione del PRG. Il tema dell’urbanistica è il classico esempio della politica comunale che ha bisogno di una progettualità e di una visione complessiva. Di fatto, all'interno della Giunta l’assessore all’Urbanistica non esiste. Provate a chiedere al Sindaco qual è la sua visione sulla perequazione urbanistica, sui trasferimenti di volumetria o su come sostenere la rigenerazione urbana. Al momento tutta la componente tecnica è spostata sui funzionari del Comune e ci ritroviamo nella situazione attuale in cui nell’Urbanistica si naviga a vista.
Diresti quindi che attualmente la parte urbanistica è totalmente affidate alle competenze dell’ufficio tecnico?
GM: No, in realtà sono affidate alla confusione che ha la componente politica, alla quale la componente tecnica non può che reagire nei limiti del dato tecnico e normativo. Ripeto, l’urbanistica ha bisogno di una visione. L’ufficio tecnico sta facendo bene il proprio lavoro ma manca una vera e propria strategia.
Politicamente cosa sta accadendo durante la fase delle osservazioni del PRG?
GM: Il momento della discussione delle osservazioni è importante perché avvicina il PRG alla cittadinanza. Respingere oggi alcune osservazioni dicendo che il contenuto delle stesse verrà poi inserito nel PRG attraverso una variante significa illudere i cittadini, perché il percorso è molto più lungo e molto più complesso di come lo si fa sembrare.
Ti riferisci alla discussione sulle Riserve naturali Punta dell’Acquabella e Ripari Di Giobbe?
GM: Anche. Il discorso delle Riserve è un esempio di buona comunicazione politica in base alla quale si sta salvando la nostra Città dalla cementificazione ma in realtà mostra che la maggioranza si ostacola da sola: ha il potere di decidere come far sviluppare delle aree ma di fatto non solo non le sviluppa ma non ascolta neppure le legittime istanze dei cittadini che presentano delle osservazioni. L’unico cemento che è stato versato nelle spiagge ortonesi arriva da rappresentanti di questa maggioranza e non dell’opposizione.
EM: Bocciare delle osservazioni perché si pensa di applicare alcune idee politiche attraverso dei piani particolareggiati in una fase successiva, denota arroganza politica e una reale mancanza di volontà di condividere una scelta urbanistica che impatterà sul nostro territorio per diversi anni. È questo l’elemento più grave, che smentisce inesorabilmente quelle che sono state le premesse di condivisione della maggioranza. Fare delle scelte così importanti con questa leggerezza la interpreto come una mancanza di rispetto per la Città.
Cosa pensate invece della richiesta per costruire nei pressi dei Saraceni, sotto il colle Costantinopoli, fatta dal gruppo imprenditoriale che fa capo a Walter Tosto?
GM: In quel caso l’osservazione si sviluppava in due punti: uno che riguardava la possibilità di cedere all’Ente come standard urbanistico un’ulteriore porzione rispetto a quella già perimetrata dal progetto presentato; e l'altro, a mio parere ancor più significativo, che calava direttamente nel PRG alcuni dei contenuti della proposta progettuale presentata dal privato alcuni anni fa. La bocciatura di quella osservazione significa che non sarà il PRG a individuare quelle che saranno le realizzabilità in quell’area, ma che ci sarà la necessità di un accordo tra il Comune e il privato, accordo che dovrà tornare in Consiglio comunale.
Se dipendesse da voi che sviluppo avrebbe quella zona?
GM: La nostra idea di sviluppo si basa sull'equilibrio tra la qualità degli ambienti che insistono nella nostra Città e il desiderio degli imprenditori di investire. Siamo convinti che sia necessaria un’alleanza tra il pubblico e il privato, alleanza che consenta al privato di fare il suo mestiere, creando impresa e posti di lavoro, e allo stesso tempo al pubblico di perseguire la riqualificazione o lo sviluppo di alcune aree del nostro territorio che ad oggi non sono di supporto all’economia.
Tra tutte queste aree che si stanno sviluppando possiamo includere anche la pista ciclopedonale. Cosa vedete intorno alla pista ciclabile una volta che questa verrà ultimata?
EC: Ci sono due grandi temi che vanno affrontati: come cercare di intercettare i fruitori della pista ciclabile e portarli in centro e come poterli assistere o farli gradevolmente sostare nelle immediate vicinanze del percorso ciclo-pedonale. Non dimentichiamoci della presenza della stazione ferroviaria e del fatto che all'interno dei treni regionali si possono trasportare gratuitamente le biciclette. Potremmo essere, come città, o l’inizio di un percorso ciclabile o la fine. In ambedue i casi dovremmo essere bravi ad interpretare le esigenze e i bisogni dei fruitori. Ad oggi però non sono a conoscenza di un progetto o di un’idea rispetto a questi due grandi temi da parte della maggioranza.
L'ostacolo più difficile da superare per il completamento della pista è sicuramente il tratto Nord che dovrebbe collegare Ortona con Francavilla…
GM: Lungo quel tratto i problemi sono più di uno: dal superamento della località Ripari di Giobbe fino al passaggio al fianco degli stabilimenti in località Lido Riccio, dove la strada è molto ridotta. Di recente è stata annunciata la gara per la progettazione definitiva del proseguimento della pista ma sommando i tempi della gara a quelli della progettazione è facile capire che, anche se si dovesse trovare una soluzione a tutti i problemi tecnici, quel tratto non vedrà sicuramente la luce nel breve periodo. Mi dispiace essere drastico, ma una pista ciclopedonale che non si collega al resto dei comuni della costa ha un impatto economico per la nostra Città pari a zero. Certamente consentirebbe agli ortonesi di godere di una bellissima infrastruttura in più, ma dal punto di vista economico non rende assolutamente nulla.
E quanto sarà importante la promozione della ciclopedonale una volta completata?
GM: La ciclabile dovrà essere chiaramente oggetto di un’operazione di marketing territoriale che consenta alle nostre strutture ricettive e al nostro territorio di qualificarsi anche alla luce di questa infrastruttura. Lo stanno già facendo altri comuni della costa. Gli anni che invece noi stiamo perdendo sono anni di competitività che altre città stanno sfruttando. Ad oggi quindi un imprenditore che arrivi da qualsiasi parte dell’Italia e che voglia investire nella costa Abruzzese, non sceglierà sicuramente Ortona.
Pensi quindi che la pista ciclopedonale sarà destinata ad aggiungersi all’elenco delle grandi incompiute ortonesi come dragaggio e "bretella"?
GM: Speriamo di no. Dragaggio e "bretella" sono ormai questioni che vanno avanti da più di 15 anni, anche per motivi al di fuori della competenza del comune. Ma a queste si aggiungono, parlando di vicende esclusivamente di competenza comunale, la convenzione con il costruttore per l’ex-cinema Odeon, il polo museale, piazza Canada. Mi chiedo anche che fine abbiano fatto il rapporto con i canadesi, il gemellaggio che è stato fatto qualche anno fa con la città di Minturno, l’app per avvisare i cittadini sulle calamità, l’edificio definito “ospedaletto” in via Alessandrini, la questione dei depuratori, il mercato coperto utilizzato come piazza per somministrazione di alimenti con ristoranti e paninoteche.
Come giudicate invece l’amministrazione rispetto all’obiettivo cardine che si era prefissata, ossia la gestione dell’ordinario? È obiettivamente l’amministrazione dell’ordinario?
GM: No, e basta vedere quale sia la condizione di molte strade sia nel centro urbano che nelle frazioni. Il degrado che c’è nelle spiagge libere, il tratto Postilli-Riccio lasciato completamente all'abbandono, le criticità nelle facciate degli edifici pubblici, lo stato degli uffici delle Anagrafe, lo stato della sala Eden, lo stato di palazzo Corvo, Palazzo Farnese, dove vi invito a salire le scale e a notare le crepe che partono dal piano terra e arrivano fino all’ultimo piano. Per non parlare di come sono mantenuti gli spazi della cultura: escludendo il Teatro Tosti che è gestito da un soggetto esterno, penso alle pessime condizioni in cui versa l'ex convento Sant’Anna. ra
Il nostro giudizio non può che essere insufficiente anche per quanto riguarda l’ordinaria amministrazione, tant'è che quando qualcosa viene fatta in tal senso viene pubblicizzata come un’opera epocale. Il loro slogan era “renderemo l’ordinario straordinario”: ci sono riusciti in pieno, ma nel senso inverso.